Torino – Con una bella conferenza stampa di presentazione, svoltasi giovedì 13 ottobre nella bella cornice di Palazzo Reale a Torino, é ufficialmente calato il sipario sull’edizione numero 34 della Maratona di Torino. Un evento che punta a tornare grande, dopo il ritorno alle competizioni dell’edizione 2021.
Il percorso della gara, rinnovatosi ancora sotto la direzione tecnica di Alessandro Rastello, si presenta tecnico e con diverse novità. La partenza e l’arrivo saranno entrambi in Piazza Castello, con passaggi al Castello del Valentino e alla Palazzina di Caccia di Stupinigi, senza dimenticare il lungo Po e il Motovelodromo (ci auguriamo che la Maratona di Torino possa contribuire al rilancio di questo luogo storico dello sport torinese). Si guarda, dunque, al passato e alla storia di Torino, ma anche alla sua storia sportiva, che ha bisogno anche del contributo del podismo per la propria crescita.
Non mancheranno, in questa edizione della Maratona, anche le novità organizzative. La gara é fissata per domenica 6 novembre, con la contemporaneità fra la Maratona e una dieci chilometri che si propone di ampliare la platea dei podisti presenti in gara. Il villaggio maratona, che quest’anno si sposta nella splendida cornice di Palazzo Carignano, aprirà venerdì 4 novembre, con diversi eventi collaterali e la possibilità di iscriversi fino a un’ora prima dalla gara (un piacevole ritorno all’antico a livello logistico).
Alessandra Viano, Luca Vergnano e il loro staff di Team Marathon sono pronti, dunque, per un’edizione importante della Maratona di Torino. La possibilità di un “ritorno alla maratona” dei torinesi, dal punto di vista tecnico e della partecipazione, sono quanto mai concrete. L’augurio della nostra testata é che questo spirito di collaborazione (che ha evitato il pasticcio, ventilato a livello di calendario federale, di svolgere due maratone a Torino in due fine settimana consecutivi) non si arresti ma, al contrario, porti gli sportivi e i podisti torinesi ad essere di nuovo protagonisti della maratona della propria città. Donato D’Auria